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Coppi-Bartali e Moser-Saronni, i grandi dualismi del ciclismo italiano

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I loro dualismi, in epoche tanto distanti e diverse tra loro, hanno acceso ed impreziosito la storia del ciclismo. Stiamo parlando della rivalità sportiva che ha visto contrapposti negli anni ’50 Coppi e Bartali e negli anni ‘70-‘80, Moser e Saronni.                                                                                                                                                      

Rivalità accesissime, a tratti spietate, tra soggetti dotati di grande classe, caratteri forti e spinti dalla voglia di primeggiare l’uno sull’altro. A questi quattro campionissimi sono dedicati due distinti libri della casa editrice Diarkos.

Alla prima è dedicata l’opera “Coppi contro Bartali gli eroi di un ciclismo di altri tempi” di Claudio Gregori. Un libro ricco di 564 pagine per quella che è stata, in termini assoluti, la prima grande rivalità dello sport. Coppi e Bartali hanno riempito un decennio, quello degli anni ’50, quello della ricostruzione. Insieme al Grande Torino, hanno fornito l’esempio di coraggio, tenacia e voglia di rilancio di cui necessitava il Paese, uscito stremato ed in macerie dalla Seconda Guerra mondiale. Su Coppi e Bartali e sul loro dualismo si è scritto e detto di tutto. La storia della loro rivalità è stata una pagina di sport ma pure una vicenda inestricabilmente legata alla storia d’Italia.    

Hanno conquistato con le loro gesta e le loro vite le cronache sportive e mondane e, senza dubbio, hanno reso il ciclismo uno sport di massa.  Coppi e le sue vittorie in solitaria, ma pure Coppi e la Dama Bianca. Bartali e la vittoria del ’48 al Tour de France che, vuole la storia, abbia ‘distratto’ gli animi dell’opinione pubblica surriscaldati dall’attentato a Togliatti. Ma pure Bartali ed il salvataggio degli ebrei.  Una rivalità tra due grandi uomini prima ancora che grandi sportivi. Una rivalità immortalata per sempre nella celebre foto del ‘passaggio della borraccia’ che ne certifica pure il rispetto e la stima che l’uno nutriva per l’altro.

Differente la seconda. “Moser e Saronni il duello infinito”: il ritratto del confronto tra Moser e Saronni di 448 pagine, è di Beppe Conti. La celebre firma del ciclismo, oggi apprezzato opinionista Rai, si spinge ad affermare che la rivalità tra il campione trentino e quello lombardo abbia raggiunto picchi perfino superiori a quella tra il Campionissimo e Ginettaccio.

Il loro è stato l’ultimo grande duello del ciclismo italiano. L’autore – testimone come inviato al seguito delle corse – ripercorre nelle pagine del libro questa sfida che divise gli appassionati del ciclismo tra i sostenitori dell’uno o dell’altro come avviene nel calcio. Una sfida che si dipanò in un periodo storico ricco di fascino e di momenti difficili. Gli anni ’70 – ’80 con i successi nel mondo dello sport, dal calcio alla Formula 1, passando per l’atletica ed il pugilato ma che furono pure segnati e funestati da tante tragedie, dal terrorismo ai terremoti e dalla morte di uomini illustri e carismatici. In questa straordinaria cornice si colloca questo romanzo fatto di entusiasmanti trionfi e di furibonde liti, che hanno reso questa rivalità memorabile ed irripetibile.

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