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Champions League, ottavi andata: Real Madrid-Atletico Madrid 2-1

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Immagine di copertina: l’esultanza del match winner Brahim Diaz

I derby d’Europa spesso sono dominati dalla paura, dai ritmi bassi e dal tatticismo. Questo derby di Madrid lo è stato in parte: la partenza sembrava promettere fiammate continue, invece dal gol del 2-1 di uno stupendo Brahim Diaz – a proposito, chissà che facce staranno facendo a Milanello da un anno a questa parte a vedere questo talentino tascabile brillare nelle notti di coppa – le due squadre hanno tirato i remi in barca, Ancelotti per eccesso di tranquillità (basterà un gol di scarto?), Simeone per non incassare altre reti e rendere ancora più difficoltosa la rimonta in uno stadio che sicuramente sarà incandescente e tinto di rossoblu.

La partenza, però, è stata sprint: deliziosa geometria di Valverde, che ha servito Rodrygo sul suo movimento alle spalle del povero Galan in serata da incubo: il brasiliano è rientrato verso il centro e con il sinistro sul secondo palo ha trafitto Oblak per il vantaggio dei blancos.

Il Real è sembrato inizialmente giocare bene e con scioltezza, con grandi prestazioni a centrocampo, orfano di Bellingham Camavinga e soprattutto Diaz tecnicamente dominante, tra colpi di tacco, virtuosismi e dribbling palla al piede che seminavano il panico – ma non aveva fatto i conti con la garra dell’Atletico: concentrazione, pressing, reparti corti, sovrapposizione degli esterni ed un generoso Griezmann ad inventare e a legare tra i reparti.

Il gol del pareggio, però, è stato frutto esclusivamente del talento di Julian Alvarez: il modo in cui ha addomesticato il pallone da posizione decentrata, si è accentrato e ha lasciato partire un destro a giro delizioso sul secondo palo mi ha ricordato il marchio di fabbrica dei campioni, ed il centravanti argentino lo è, eccome se lo è: 7 gol in 9 partite in questa Champions League ed una sensazione di maturazione definitiva, dopo gli anni altalenanti di Manchester.

Nella sfilata di perle, l’ultima della serie è quella che ha deciso l’incontro ed è avvenuta nel secondo tempo: Diaz si è esibito in un gioco di ombre di “neymariana” memoria, passando tra i corpi dei cugini rossoblu e battendo Oblak con il destro in una giocata sopraffina.

Simeone si è fatto due calcoli ed ha pensato che fosse meglio limitare i danni (la sostituzione di Griezmann per Le Normand, un difensore, ha fatto pensare questo), invece di subire altre reti e pazienza se due delle tre bocche di fuoco della Casa Blanca – ovviamente mi riferisco a Vinicius e Mbappé – fossero spente e scariche.

Il discorso qualificazione è ancora apertissimo e se il Real vince anche quando le sue stelle non brillano le pretendenti alla coppa dalle grandi orecchie devono seriamente preoccuparsi.

Il tabellino

REAL MADRID-ATLETICO MADRID 2-1
MARCATORI: 
pt 4′ Rodrygo (R), 33′ Alvarez (A); st 10′ Brahim Diaz.
REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Valverde (st 37′ Vazquez), Asencio, Rüdiger, Mendy; Brahim Diaz, Tchouameni, Camavinga (st 17′ Modric); Rodrygo, Mbappé, Vinicius. All.: Ancelotti.
ATLETICO MADRID (4-4-2): Oblak; M. Llorente, Gimenez, Lenglet, Galan; Giuliano Simeone (st 19′ Gallagher), De Paul (st 30′ Sorloth), Barrios (st 30′ Correa), Lino (st 19′ Molina); Griezmann (st 27′ Le Normand), Alvarez. All.: Simeone.

Le pagelle

REAL MADRID

IL MIGLIORE BRAHIM DIAZ 7,5: Ha l’argento vivo addosso: triangola a centrocampo con colpi di tacco geniali, sempre pericoloso negli inserimenti e un paio di assoli palla al piede che strappano gli applausi all’esigente pubblico del Santiago Bernabeu. La danza di tango che stordisce gli avversari e decide la partita è una perla assoluta.

VALVERDE 7,5: Il capitano è letteralmente ovunque: ispira l’azione del gol di Rodrygo come se fosse il miglior Dani Alves e si rende protagonista di almeno due interventi difensivi prodigiosi alla Sandro Nesta. Pedina preziosissima nella scacchiera di Ancelotti, Valverde è un giocatore in grado di giocare con disinvoltura in ogni zona del campo.

RODRYGO 7: Purtroppo non viene mai esaltato come dovrebbe, anche se le sue prestazioni nelle gare che contano da anni non lasciano dubbi sulle sue qualità. Sigla un gol di rara bellezza, si mette a servizio della squadra sulla fascia destra, non rinunciando ai compiti difensivi e l’intesa con Valverde è ottima. Cala un po’ nella ripresa, ma la sua prestazione è più che positiva.

VINICIUS-MBAPPÉ 5: Ad entrambi va un’insufficienza piena per essere anonimi, in una serata che sembra scritta per loro. Pochissimi sono gli spunti palla al piede di entrambi, le loro giocate di qualità sono rare come l’acqua nel deserto. Il voto non scende ulteriormente perché non sono dannosi, ma sicuramente ci hanno abituato a molto meglio.

ATLETICO MADRID

IL MIGLIORE JULIAN ALVAREZ 7: Il suo gol è una giocata di classe da campione vero, a coronamento di una partita giocata bene seppure in circostanze difficili: lotta sempre su ogni pallone, non è mai banale nei movimenti e negli affondi, nonostante i palloni giocabili non siano poi molti. Per tutto il resto c’è il talento del grande.

GRIEZMANN 6,5: Buona partita, quella del fuoriclasse francese, nelle sue vesti di creatore di gioco e uomo-chiave della formazione del Cholo. Gli manca forse la stoccata risolutiva e un po’ più di lucidità nella fase finale, ma tocca molti palloni e prova sempre a fare la cosa giusta.

DE PAUL 6: Si fa sentire soprattutto nel primo tempo, quando la partita è stata su buoni ritmi. Nella ripresa si adatta al ritmo generale, decisamente più basso, e combina il suo.

GALAN 4,5: Il suo primo tempo è un incubo, gli avversari gli sbucano alle spalle in continuazione. Anche in fase offensiva sbaglia palloni giocando “a memoria”, senza lucidità. E’ un discreto giocatore, ma stasera è stato inghiottito dalla pressione del palcoscenico.

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