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Champions League: dal super Liverpool della prima fase allo scontro City-Real ai playoff

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Immagine di copertina: i giocatori del Liverpool esultano. Una prima fase eccezionale per i Reds

Si è conclusa la prima fase della nuova Champions League ed è tempo di bilanci: sorprese, delusioni e protagonisti.
Partiamo dai numeri. Ecco di seguito la classifica finale della prima fase con le 8 qualificate agli ottavi, le 16 ai playoff e le 12 eliminate.

Per quanto riguarda gli accoppiamenti dei playoff, ecco i sorteggi usciti poco fa nell’urna di Nyon. Spicca la nuova supersfida tra Manchester City e Real Madrid, per il quarto anno di fila rivali in Champions:

Prima fase: il bilancio

La conferma

La grande conferma è il Liverpool. Anche se più di una conferma, visto che i Reds dopo la finale di Champions persa nel 2022 non venivano da stagioni così luccicanti, si può parlare di status ritrovato. Arne Slot, che ha preso il posto del guru Klopp, ha saputo rivitalizzare l’ambiente nel modo giusto, creando un gruppo dove è il collettivo più che mai a fare la differenza, in pieno stile Liverpool. Salah e van Dijk restano i veterani e i fuoriclasse di una squadra che funziona come un orologio e sogna di rimettere le mani sulla Coppa delle grandi orecchie dopo il blitz del 2019.

La sorpresa

Due le sorprese assolute di questa prima fase. La prima è il Lilla, la seconda l’Aston Villa. Alzi la mano chi pensava che francesi e inglesi riuscissero a staccare un pass per gli ottavi direttamente, senza passare dai playoff, alla vigilia della competizione. Più che meritati i complimenti per Bruno Génésio, tecnico del Lilla, e per Unay Emery, guida dei Villans. Spingersi ai quarti a questo punto non sarà un’utopia, anche perché le sfide contro Atalanta, Borussia Dortmund, Sporting Lisbona e Brugge appaiono equilibrate.

La delusione

Sicuramente alcune big, come Real Madrid e Bayern Monaco, hanno reso meno di quanto ci si attendesse. Altre, come PSG e Manchester City, hanno fatto ancora peggio, rischiando seriamente una clamorosa eliminazione. In assoluto la delusione maggiore è però il Lipsia. I tedeschi la scorsa stagione arrivarono agli ottavi, facendo tremare non poco i futuri vincitori del Real. Era lecito aspettarsi un cammino in Champions di ottimo livello pure quest’anno, anche perché la squadra non è debole, anzi. Invece, sono arrivati appena tre punti a fronte di sette sconfitte, alcune delle quali brucianti e impreviste. Il 32° posto finale su 36 certifica un flop assoluto.

Le italiane

De Vrij e Bastoni, colonne della super difesa interista, che ha subito un solo gol in otto giornate di Champions

Voto alto (8) per l’Inter, che chiude quarta e si conferma la miglior squadra italiana: rosa abbastanza lunga (tranne forse che in attacco), difesa tosta (un solo gol subito, la migliore della Champions), mentalità coriacea, la formazione allenata da Simone Inzaghi punta a riscattare la prematura eliminazione della scorsa stagione agli ottavi: entrare nelle prime quattro non è utopia, sognare di riportare la Champions sulle rive del Naviglio non è un sogno così irraggiungibile.
Merita 7 l’Atalanta, andata vicinissima alla qualificazione diretta agli ottavi. Ottavi che potranno essere però ancora agevolmente raggiunti, visto che l’avversario dei playoff (il Bruges) appare decisamente alla portata della Dea.
Anche al Milan assegno 7 perché si è spinto oltre i valori della squadra e dopo un avvio non facile ha saputo cambiare pelle, arrivando persino a battere il super Real Madrid a domicilio al termine della più convincente prestazione stagionale. Peccato per la sconfitta dell’ultimo turno a Zagabria, che ha compromesso l’approdo diretto agli ottavi. I rossoneri, anche nei loro periodi storici meno brillanti, si confermano comunque per DNA e spirito più a proprio agio in Europa che in Italia.
Poco convincente – a parte le vittorie pesanti su Lipsia e Manchester City – il cammino della Juventus, a oggi inchiodata a un 5,5 complessivo. Risultati a parte, ancora non si vede la mano di Thiago Motta e i fischi dello Stadium, dopo l’ultima sconfitta interna contro il Benfica, testimoniano di un feeling ancora non sbocciato. Non si vedono a oggi miglioramenti rispetto alle ultime disastrate Juventus degli ultimi anni: da quella di Pirlo alle tre di Allegri.
Un 6, di stima e cuore, al Bologna: sognare l’approdo alla seconda fase era impresa ardua per la squadra emiliana, alla prima partecipazione in Champions (seconda se contiamo la Coppa Campioni: nel 1964-1965 i felsinei campioni d’Italia furono eliminati al primo turno dall’Anderlecht). La squadra ha comunque conquistato una vittoria di grande prestigio contro i vice campioni europei in carica del Borussia Dortmund.

Il protagonista

Usciamo dai soliti noti e premiamo un giocatore su cui pochi avrebbero scommesso alla vigilia. È Raphinha, il brasiliano del Barcellona, autore di otto gol (uno in meno degli attuali capocannonieri Lewandowski e Guirassy) e cinque assist, nonché di una serie di prestazioni di alto profilo. L’esterno blaugrana mai aveva performato come in questa prima parte di stagione. Merito sicuramente di Flick e del suo gioco offensivo, con una delantera (Yamal, Pedri, Lewandowski, Olmo e appunto Raphinha) che a oggi forse non ha rivali al mondo.

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