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1990-1991: Real Madrid-Barcellona 1-0

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Madrid, Stadio Santiago Bernabéu, 8 giugno 1991

Immagine di copertina: Michel, migliore in campo

La stagione 1990/1991 assiste al passaggio di consegne tra la Quinta del Buitre e il Dream Team: la squadra allenata da Cruijff vince la Liga con ampio margine (i Colchoneros chiudono secondi a dieci punti di distanza, il Real è terzo a undici), mentre i Blancos, di fatto, iniziano a scrivere la parola fine sul grande ciclo degli anni ’80, ma si prendono una piccola, gustosa rivincita in occasione della trentottesima e ultima giornata della Liga, vincendo il secondo Clasico stagionale.

La partita è molto equilibrata e i suoi contenuti tecnici sono, come sempre, notevoli. Il Real la sblocca pochi secondi dopo l’inizio del secondo tempo e il Barça, pur creando parecchio, non riesce a trovare il gol del pareggio. Sulla panchina dei madrileni siede da dieci giornate Radomir Antić, che ha sostituito Alfredo Di Stéfano.

Le pagelle – Real Madrid

IL MIGLIORE: Michel 7
Il centrocampista universale spagnolo è una delle garanzie dei Clasicos del periodo: tecnicamente impeccabile, dotato da Madre Natura di due polmoni da mediano e di una leadership innata, Michel è il pilastro del gioco del Real e pennella anche l’assist in verticale che manda Aldana in porta.

Fernando Hierro 7: l’elegante Hidalgo andaluso si sta prendendo il Real; solenne, concentrato, molto più veloce, anche nell’uno contro uno, di come lo ricordiamo negli ultimi anni di carriera, è con Michel l’uomo chiave della manovra madrilena.

Aldana 6,5: Adolfo Aldana è uno dei numeri dieci meno celebri e celebrati della storia Blanca, ma forse ingiustamente, in quanto è un trequartista/mezzala di gamba e di qualità, che non disdegna le sportellate e che nell’occasione ha il merito di decidere la partita.

Hagi 5: debutto al Clasico complicato per mr. genio e sregolatezza rumeno. Confinato a lungo sulla fascia destra, Gheorghe è a lungo avulso dallo sviluppo della manovra e non salta praticamente mai l’uomo.

Butragueño 4,5: dopo numerosi Clasicos da fenomeno, Emilio stecca per la prima volta clamorosamente la partita, peraltro al termine della prima e unica stagione chiusa da capocannoniere della Liga. Contenuto piuttosto bene dalla retroguardia catalana, ha il demerito di divorarsi un gol già fatto, solo davanti al portiere, e di sbagliare il rigore del possibile 2-0, in chiusura di partita.

Le pagelle – Barcellona

IL MIGLIORE: Ronald Koeman 7
Rambo è il giocatore chiave dei blaugrana e lo sappiamo da un pezzo. Con il passare del tempo, diventa sempre più libero in termini letterali che strettamente tecnici: attento e tempestivo in difesa, smista decine di palloni ed è facile trovarlo sia oltre la linea di metacampo che, occasionalmente, a ridosso dell’area avversaria. Inventa per Hristo un pallonetto delicato che il bulgaro spreca.

Michael Laudrup 6,5: riempie di meraviglia gli occhi dei tifosi di Madrid con due croquete, un paio di verticalizzazioni e uno stop in corsa da cineteca. Sempre bellissimo da vedere, sia da falso nove che da ala sinistra, non prende un voto più alto solo perché non gli riesce la stoccata decisiva.

Bakero 6.5: il cronista ispanico lo nomina continuamente, ed è facile intuire perché: Bakero è per l’ennesima volta l’uomo ovunque del Barça, si abbassa tra i difensori e sa aggredire l’area da prima punta, mentre in mezzo al campo ricorre, all’occorrenza, anche alle maniere forti. Come Laudrup, sbaglia qualcosina nell’ultimo quarto di campo.

Stoičkov 5,5: un po’ come Hagi, anche il bulgaro non è ancora entrato nei meccanismi di squadra e rimane a lungo confinato sulla fascia. Rispetto al rumeno, ci mette più cattiveria agonistica ed è protagonista quantomeno di un paio di spunti discreti.

Zubizarreta 6: le sue uscite da mani nei capelli, che creano diversi grattacapi a Koeman, Ferrer e Soler, sono riscattate da un paio di buoni interventi e dal rigore parato al Buitre.

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