E così alla fine è arrivato per Guardiola il secondo triplete della carriera, che si affianca a quello di 14 anni fa (diventato poi un’incredibile sestina). Il Manchester City corona con il successo più importante una lunga stagione trionfale, ma la partita di Instanbul, a onor del vero, ha visto scendere in campo una delle versioni del City più appannate e meno brillanti della stagione; per larghi tratti, la squadra è parsa in preda a una certa ansia da prestazione.
Nel primo tempo gli inglesi hanno avuto a lungo in mano il pallino del gioco e hanno sicuramente costruito di più, ma i ritmi sono stati lenti in maniera inusuale e in generale le fitte trame palla al piede che contraddistinguono il calcio del City si sono viste solo in un paio di occasioni. L’Inter non si è sbilanciata, ha tenuto bene il campo e ha concesso poco, pur non calciando praticamente mai in porta. L’infortunio di De Bruyne ha privato gli inglesi del loro cervello, ma è stato in ogni caso compensato dall’ingresso di un Foden rivelatosi poi più che buono.
Nella ripresa le squadre si sono allungate, il City ha sempre costruito di più ma l’Inter è ripartita meglio e forse non ha sfruttato nel modo migliore un paio di sbilanciamenti degli inglesi. il gol di Rodri ha coronato la superiorità della squadra di Manchester, ma anche soffiato nelle trombe dell’orgoglio interista: i nerazzurri sono stati infatti in grado di reagire e hanno creato almeno due pericoli seri alla porta di Ederson, che è stato determinante, con un Lukaku che ha sostituito l’ectoplasma bosniaco, ma si è rivelato croce e delizia. Clamoroso, in particolare, il colpo di testa ravvicinato respinto dal portiere brasiliano, giunto al termine di un’azione elaborata e che avrebbe portato l’Inter sul pari. I nerazzurri ci hanno creduto fino all’ultimo istante e hanno disputato un ottimo finale di gara. Nel complesso, il City ha avuto qualcosina di più (e anche costruito diverse situazioni che potevano portare al raddoppio), ma un pareggio non sarebbe stato uno scandalo, in campo non si è visto il solco che ha separato le due squadre per tutta la stagione.
A conti fatti, è stata quasi una vittoria di “corto muso”, lontana dai trionfi del Barcellona, ma che corona la straordinaria competizione degli azzurri, che chiudono imbattuti.
Il tabellino
MANCHESTER CITY-INTER 1-0
Marcatore: st 23′ Rodri.
Manchester City: Ederson; Akanji, Dias, Aké; Stones (st 37′ Walker), Rodri; Bernardo Silva, De Bruyne (pt 36′ Foden), Gundogan, Grealish; Haaland. A disp.: Ortega, Carson, Philips, Laporte, Alvarez, Sergio Gomez, Mahrez, Perrone, Palmer, Lewis. All.: Guardiola.
Inter: Onana; Darmian (st 39′ D’Ambrosio), Acerbi, Bastoni (st 31′ Gosens); Dumfries (st 31′ Bellanova), Barella, Brozovic, Calhanoglu (st 39′ Mkhitaryan), Dimarco; Lautaro, Dzeko (st 12′ Lukaku). A disp.: Handanovic, Cordaz, Gagliardini, De Vrij, Correa, Asllani, Skriniar. All.: Inzaghi.
Le pagelle
MANCHESTER CITY
Il migliore RODRI 7
Il leader di una squadra parsa per larghi tratti contratta e lontana parente della macchina da calcio ammirata contro Bayern, Arsenal e Real Madrid. Nel primo tempo si disimpegna bene in diverse situazioni e il gol decisivo gli vale almeno mezzo voto in più.
Ederson 7
Nel contesto di una vittoria che non ha molto del “guardiolismo”, il portiere brasiliano, dimenticato dalla partita per larghi tratti, nel finale ci mette una pezza clamorosa e più in generale deve intervenire in pù occasioni, compresa un’uscita complicata a pochi minuti dalla fine.
Ruben Dias 7
Lo statuario centrale portoghese è stato impeccabile nel gioco aereo e si è confermato un giocatore di grande spessore, bravo anche in fase di impostazione.
Stones 6,5
Di gran lunga il più attivo nel primo tempo, quando sale quasi fino alla posizione di trequartista, cala un po’ nella ripresa.
Foden 6,5
Si divora un gol calciando male, ma è brillante in diverse situazioni e regala un paio di iniestate palla al piede.
Gundogan 6
Sapiente magistero in mezzo al campo, sbaglia qualcosa nel primo tempo, meglio nella ripresa, ma partita tutto sommato normale.
Bernardo Silva 6
Il più brillante in avvio, quando sfiora l’incrocio con un sinistro alla Del Piero, si spegne un po’ nella ripresa e perde nettamente un paio di duelli con Di Marco.
Akanji 5
Il laterale destro commette una distrazione clamorosa su Lautaro, che poteva costare cara, e in generale non dà molta sicurezza né contribuisce fattivamente alla manvora. Brutta partita.
Haaland 5
La delusione della serata, conferma l’involuzione degli ultimi mesi: calcia su Onana alla prima occasione, ma subisce (anche se può sembrare paradossale) la fisicità di Acerbi e Bastoni e in generale fa spesso giocare il City con un uomo in meno. Brutti anche un paio di passaggi con cui agevola le ripartenze nerazzurre e non sfrutta la superiorità numerica dei suoi.
INTER
il migliore: BASTONI 7
Mette la museruola al colosso norvegese, sbaglia poco nulla e in generale si conferma un grande centrale.
Acerbi 7
Come il compagno di reparto, grande protagonista pressoché impeccabile, ci mette fisico, grinta e intelligenza.
Brozović 7
Prima frazione di gioco da primo della classe, non sbaglia un pallone e anzi ne recupera tre potenzialmente pericolosi. Meno brillante nella ripresa, ma sempre positivo.
Onana 6,5
Bravissimo con i piedi, anche se si prende un paio di rischi di troppo, e non sbaglia nelle poche occasioni in cui è chiamato in causa.
Di Marco 6,5
Il motorino nerazzurro ferma con le buone o con le cattive più volte Bernardo Silva e sfiora il gol del pari con un improbabile colpo di testa che si stampa sulla traversa.
Barella 6
Motorino inesauribile, recupera diversi palloni ma davanti non è molto incisivo.
Lautaro 6
Corre e lotte come un leone, cantavano una volta i tifosi laziali per il Cholo, e Lautaro lo emula, specie nel primo tempo in cui è abbandonato a se stesso nella metacampo avversaria.
Džeko 5
Sperduto tra le maglie azzurre, sembra che inizi la partita con il fiatone, non tiene un pallone ed è avulso dalla manovra. L’impressione è che sia ai titoli di coda.
Dumfries 5
Tecnicamente pare per larghi tratti inadeguato, sbaglia parecchi palloni e non dà contributi decisivi.
Lukaku 5
Come dicevamo, croce e delizia: il suo ingresso regala all’Inter energie e la capacità di essere pericolosa, ma un grave errore sotto porta non può non togliergli almeno un voto, e anche in un’altra occasione è al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Hakan Çalhanoğlu 4,5
Il peggiore dei suoi, nel primo tempo non sembra essere sceso in campo e nella ripresa le cose cambiano di poco, disorientato dal fraseggio del City e incapace di incidere.
Pezzo a cura di FRANCESCO BUFFOLI e TOMMASO CIUTI