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Cinque doppi ex che non ricordavi con le maglie di Inter e Torino

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L’Inter sta volando sempre più in alto in classifica e i continui rallentamenti della concorrenza sembra aver già quasi consegnato la seconda stella ai ragazzi di Simone Inzaghi. Il titolo d’inverno è già stato archiviato, ma attenzione a dare già tutto per scontato già dalla partita di questa sera a San Siro contro il Torino, con i granata che ben allenati da Ivan Jurić stanno disputando un ottimo campionato e vogliono stupire in casa della capolista. La sfida tra meneghini e torinesi è sempre una grande classica e in passato diversi giocatori hanno vestito entrambe le maglie delle due compagini.

Jocelyn Angloma


Terzino dall’ottima fase offensiva, abile nel cross e nella spinta, peccato che pagò tremendamente un’eredità davvero troppo pesante. Jocelyn Angloma crebbe nella sua Guadalupe con l’Étoile de Morne e arrivò in Francia a vent’anni per vestire la maglia del Rennes. Con i bretoni iniziò a far vedere tutte le sue qualità e passando così prima al Lille e poi nel 1990 al Paris Saint Germain dove si conquistò anche la chiamata della nazionale transalpina. Nella Capitale vi rimase solamente un anno, prima di passare agli acerrimi rivali del Marsiglia e in quella squadra leggendaria riuscì a vincere anche la Champions League del 1992-93. I problemi giudiziari del club del Sud della Francia però lo costrinsero ad andare in Italia e nel 1994 fu il Torino ad acquistarlo disputando un’ottima prima annata, ma dando segni di cedimento nella seconda, tanto che a Euro 1996 perse il posto da titolare. Al termine del torneo continentale fu l’Inter ad acquistarlo per volere di Roy Hodgson che voleva solamente un terzino di spinta e vedeva in Angloma un uomo più importante rispetto a Roberto Carlos che sulla sinistra avrebbe continuato a sfrecciare. Scelta che si rivelerà disastrosa anche per lo stesso Jocelyn che a Milano rimase solamente un anno decisamente schiacciato dalla pressione, prima di chiudere la carriera al Valencia.

Dino Baggio

Centrocampista capace di impostare l’azione e di recuperarla, senza disdegnare il gol grazie a un grande destro da fuori area. Dino Baggio e stato uno dei centrocampisti italiani più completi degli anni ’90 ed esordì in Serie A con il Torino nella stagione 1990-91 dove si dimostrò una delle più belle realtà del campionato, segnando anche contro Cesena e Genoa  Venne immediatamente chiamato dalla Juventus che però scelse di prestarlo all’Inter alla prima stagione. In nerazzurro andò in rete in due occasioni, prima in Coppa Italia contro la Casertana e poi in campionato contro il Cagliari, ma venne travolto dalla disastrosa stagione della squadra di Orrico, ma a fine anno passò comunque nella Torino bianconera. La situazione cambiò radicalmente, riuscendo a vincere la Coppa Uefa del 1993 da grandissimo protagonista dove realizzò ben tre reti, una all’andata e due al ritorno, nella finale contro il Borussia Dortmund. Si conquistò la Nazionale e fu tra i migliori negli Stati Uniti, ma tornato dal torneo iridato venne ceduto al Parma dove vinse altre due Coppe Uefa, prima di uno sfortunato passaggio alla Lazio nel 2000 che ne decretò di fatto la fine della carriera, caratterizzata nel finale da molti prestiti tra Blackburn, Ancona e Triestina.

Mauro Milanese


Terzino dotato di ottime qualità in fase di spinta, è stato in grado di costruirsi un’ottima carriera nonostante non fosse propriamente un predestinato. Mauro Milanese iniziò nella sua Trieste prima di giocare nelle varie serie minori con Massese, Monfalcone e ancora Triestina, ma inaspettatamente nel 1994 arrivò la grande occasione. Fu la Cremonese a portarlo in Serie A e le sue ottime prestazioni gli consentirono di rimanere ai vertici per molto tempo. Dopo l’annata in grigiorosso passò al Torino dove venne considerato uno dei migliori laterali bassi del campionato disputando ben trentun partite. Vi rimase solo un anno perché nel 1996 passò al Napoli dove fu il titolare della fascia trovando anche un gol decisivo contro il Verona. Lo volle il Parma, ma dopo pochi mesi del 1997 Gigi Simoni spinse per rivolerlo all’Inter dove si dimostrò essere una riserva affidabile per un anno e mezzo, segnando anche due reti. Dopo la parentesi nerazzurro tornò in provincia avendo fallito il definitivo salto di qualità, ma continuò ancora a disputare ottime annate, venendo apprezzato soprattutto in quel di Perugia.

Gaby Mudingayi


Centrocampista capace di recuperare un’infinità di palloni, peccato solo che peccasse poi nella fase di impostazione. Gaby Mudingayi non aveva decisamente le effigie del predestinato, eppure riuscì a crearsi un’ottima carriera iniziando dal Belgio con l’Union Saint-Gilloise prima e con il Gent poi, anche se con i Buffalo’s non riuscì a esprimersi con grande continuità. Dopo quattro anni dove venne spesso considerato una riserva, passò in Italia in Serie B al Torino e la sua straordinaria muscolarità si rivelò decisiva per la promozione nel massimo campionato dei granata, ma i problemi finanziari portarono al fallimento della squadra e Gaby si ritrovò senza squadra. Le grandi prestazioni però convinsero la Lazio ad acquistarlo e in biancoceleste divenne un idolo per tre stagioni, mostrando un immenso impegno. Passò al Bologna nel 2008 dove vi rimase per quattro anni non tirandosi mai indietro e così nel 2012 arrivò la chiamata che aspettava da una vita. Fu l’Inter a metterlo sotto contratto e a inizio anno Stramaccioni lo utilizzò come importante pedina per gestire il risultato, ma nel gennaio 2013 si ruppe il tendine d’Achille e quando rientrò l’anno seguente con Walter Mazzarri non vide quasi mai il campo. L’infortunio però non gli aveva permesso di rientrare al meglio e dopo parentesi sfortunate con Elche, Cesena e Pisa decise di ritirarsi.

Álvaro Recoba


Per qualcuno uno dei più grandi talenti della propria generazione, per altri un buon giocatore ma troppo discontinuo per poter essere considerato tra i grandi. Álvaro Recoba lo si può amare od odiare, senza vie di mezzo e forse per questo è comunque riuscito a entrare nella storia. Dopo gli inizi in Uruguay con Danubio e Nacional venne acquistato dall’Inter nell’estate 1997, l’anno in cui era scattata la Ronaldo mania. All’esordio fu però El Chino a realizzare una doppietta al Brescia, ma la grande concorrenza gli impedì di trovare grande spazio, riuscendo però a vincere la Coppa Uefa. Nel secondo anno trovò ancora meno spazio e andò al Venezia dove fu devastante e così tornò in nerazzurro dove vi rimase per ben otto stagioni, senza però mai ripetere le annate in Laguna. Andamento molto discontinuo, qualche colpo di genio e tante pause, ma alla fine riuscì a essere nella rosa degli Scudetti del 2006 e del 2007, prima di passare al Torino. Urbano Cairo lo aveva voluto fortemente per smuovere la piazza, ma in granata fu un disastro. Un gol al Palermo in ventidue presenze e il chiaro segnale di essere di fronte a un giocatore finito a trentadue anni. Andò in Grecia al Panionios e poi ancora in Patria per concludere ancora con Danubio e Nacional.

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