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Cinque doppi ex che non ricordavi con le maglia di Genoa e Sampdoria

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Il derby di Genova è sicuramente una delle partite più belle e attese di tutto il campionato italiano. Da anni le due rivali del capoluogo ligure non riescono a lottare per le posizioni europee e quest’anno in particolare le cose non stanno decisamente andando bene, ma quando si affrontano Genoa e Sampdoria è sempre un grande spettacolo. Non sono molti i giocatori che hanno provato a diventare grandi in entrambe le sponde della città e alcuni sono stati delle vere e proprie meteore, per questo probabilmente non ricordavate questi cinque doppi ex del derby della Lanterna.

Luca Antonini

Terzino sinistro dotato di ottima capacità di spinta, non con un grande calcio, ma sicuramente molto apprezzabile per impegno e dedizione. Luca Antonini iniziò nelle giovanili del Milan, ma in prima squadra non debuttò mai perché iniziò vari prestiti in giro per l’Italia. Prato e poi la promozione con l’Ancona che gli garantì la chiamata della Sampdoria in Serie A, ma a Genova fu poco più che una comparsa. Chiuso da Stefano Bettarini riuscì solamente a giocare le sue prime tre partite nel massimo campionato, prima di riprendere un’altra serie di prestiti. A Siena esplose definitivamente e dopo un grande campionato a Empoli, nel 2008 tornò al Milan per diventare titolare e nel 2011 vinse anche il campionato. Nel 2013 lasciò il Diavolo per tornare a Genova, questa volta sponda Genoa dove rimase per due anni nonostante giocò poco per diversi infortuni. Venne comunque ricordato per aver segnato all’ultimo minuto il gol vittoria contro la Juventus e nel 2015 passò all’Ascoli prima di richiedere carriera l’anno seguente a Prato.

Andrea Caracciolo

Attaccante dal grande senso del gol, molto tecnico e mito in quella Brescia che lo ha adottato fin dalla giovane età. AndreaCaracciolo è per tutti l’Airone e dove aver iniziato nelle serie minori con il Sancolombano, iniziò tra Pro Vercelli e Como nel grande calcio prima di arrivare nel 2001 a Brescia. Chiuso da Luca Toni giocò poche partite e venne mandato per un anno a Perugia, prima di sostituire il futuro campione del mondo nel 2003 ed esplodere al fianco di Roberto Baggio. Dopo la retrocessione delle Rondinelle nel 2005 anche il Palermo lo chiamò per sostituire Toni e pur facendo bene, non riuscì a replicare i numeri dell’attaccante modenese, per questo venne mandato alla Sampdoria nel 2007. A Genova vi rimase solo sei mesi, segnando solo un gol a Cagliari, e a gennaio scelse di scendere di categoria per tornare nella sua Brescia. Tanti gol e una promozione in A, ma con la successiva retrocessione tornò in Liguria, questa volta al Genoa. Una sola rete anche qui in sei mesi, a Torino contro la Juventus per il decisivo 2-2 finale, ma a gennaio passò al Novara. La retrocessione con i piemontesi lo riportò alla Leonessa dove divenne il più grande marcatore di sempre nella storia dei lombardi, salvando più volte la sua squadra del cuore da una situazione societaria molto complicata.

Antonio Floro Flores


Centravanti di ottimo livello in provincia che ha avuto anche qualche chiamata dalla nazionale Under 21, ma non ha mai saputo fare il definitivo salto di qualità. Antonio Floro Flores iniziò nella sua Napoli debuttando in Serie A e diventando poco dopo un titolare degli azzurri in B senza però segnare molto. A gennaio 2004 passò comunque in Serie A alla Sampdoria come attaccante di riserva, ma con il Parma segnò il suo primo gol nel massimo campionato. Tornò in cadetteria per tre anni facendo molto bene con Perugia e Arezzo e questo gli permise di tornare in A all’Udinese segnando un buon numero di gol, ma nel gennaio 2011 venne prestato al Genoa dove visse il suo periodo migliore. In soli sei mesi riuscì a toccare quota dieci gol, mai gli era riuscito di andare in doppia cifra in una singola annata con la stessa squadra e da ricordare vi è il suo primo gol contro il Milan futuro campione. Rimase solo quel breve periodo con il Grifone, ma lasciò il segno prima di tornare a Udine non riuscendo a ripetersi. Andò in Spagna a Granada, ma il Genoa gli era rimasto nel cuore e nel gennaio 2013 tornò senza però ripetersi. Sassuolo e Chievo furono le sue ultime esperienze in Serie A, prima di chiudere con Bari e Casertana.

Ezequiel Muñoz

Difensore argentino molto forte fisicamente, bravo nello stacco di testa e portato alla battaglia. Ezequiel Muñoz crebbe tra le giovanili dell’Argentinos Juniors e quelle del Boca Juniors e fu proprio con gli Xeneizes che venne lanciato in prima squadra, ma nella Capitale fu poco più che una riserva. Nel 2010 venne comunque notato dal Palermo che lo portò in Serie A e in Sicilia divenne una colonna della squadra per ben cinque anni, accettando anche di giocare una stagione in Serie B, per diventare il trascinatore della rinascita. Nel gennaio 2015 lasciò i rosanero per passare alla Sampdoria, ma un infortunio contro il Sassuolo ne limitò il rendimento e giocò solamente quattro partite prima di cambiare sponda a Genova. Con i rossoblu rimase per due stagioni, ma anche in questo caso gli acciacchi nel limitarono e non poco il rendimento, pur riuscendo a giocare al Genoa per due anni. Nel 2017 il passaggio in Spagna al Leganés e il ritorno in Argentina tra Lanús e Independiente.

Andrea Ranocchia


Doveva essere uno dei difensori centrali dell’Italia del futuro, invece purtroppo non è stato in grado di mantenere le altissime attese che c’erano su di lui. Andrea Ranocchia crebbe calcisticamente nella sua Umbria tra Bastia e Perugia, ma fu all’Arezzo che debuttò prima in Serie B e poi in C1. Nel 2008 passò al Bari dove incontrò Antonio Conte e divenne una colonna dei Galletti che riuscirono a essere promossi in Serie A e anche con Ventura nella massima serie giocò alla grande, peccato per un grave infortunio che lo estromise dalla seconda parte del campionato e probabilmente dal Mondiale in Sudafrica. Nell’estate 2010 passò comunque al Genoa dove dimostrò tutto il suo valore, segnando anche due reti e nel gennaio 2011 passò all’Inter per rimpiazzare Walter Samuel. Iniziò anche abbastanza bene, ma con il rientro dell’argentino perse il posto da titolare e faticò spesso quando doveva essere chiamato in causa perdendo così la convocazione a Euro 2012. I nerazzurri stavano entrando in un periodo nero della storia e Ranocchia divenne Capitano per una stagione con pessimi risultati e dopo averla persa venne messo ai margini della squadra e nel gennaio 2016 passò alla Sampdoria, continuando però il suo andamento negativo. Ancora un prestito da dimenticare all’Hull City prima di accettare il suo ruolo da uomo squadra all’interno dell’Inter, dove nel 2021 vincerà lo Scudetto.

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