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Camp Nou: il cuore Blaugrana della Spagna

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Cosmopolita, frizzante, pregna di cultura e arte, indubbiamente bellissima: Barcelona è tutto questo, ma non solo. Capitale della Catalunya, non ha nulla da invidiare né a Madrid, né alle altre città europee. Mare da una parte, colline dall’altra, Barcelona è i suoi musei, l’architettura di quel genio indiscusso di Gaudi che l’ha resa una città unica e la cui influenza si nota praticamente ovunque ; è il suo passato che si respira nei vicoli del Barrio Gotico attorno alla Cattedrale, è la sua gastronomia nei mercati della città (la Boqueria su tutti), è convivialità e socialità (La Rambla e Plaza Catalunya ne sono l’esempio) ed è un cuore grande color Blaugrana che batte da oltre un secolo. 

Oggi vi portiamo alla scoperta del Camp Nou, lo stadio del Futbol Club Barcelona.

Lo stadio

Già a vederlo da fuori lascia senza fiato e la sensazione iniziale viene confermata anche quando si entra. Dal campo, l’impatto scenico è incredibile: viene facile immaginare il muro blaugrana che si erge sostenere i propri beniamini e a spaventare gli avversari durante i match. Ed è altrettanto facile capire perché la Uefa l’abbia catalogato, nel 1999, fra gli stadi a 5 stelle. Non uno stadio, ma un vero e proprio centro di aggregazione, dove andare anche nei giorni in cui non ci sono partite in programma. All’interno della struttura si trovano infatti anche il museo del Barcelona, diversi fast food e un gigantesco store che vende merchandising ufficiale della prima squadra.

Uno degli ingressi del Camp Nou

Insomma un vero e proprio universo a sé stante, una città nella città, anche se non è proprio stato sempre così, anzi.

Facciamo un salto nel passato al 1899, anno di fondazione del Barcelona. La neonata squadra non ha uno stadio di proprietà dove giocare (nonostante già nel 1910 la società contasse 3000 soci) e le partite vengono disputate in un campo di terra in Calle de L’Industria e in altre strutture della città, a seconda delle diverse necessità.

Nel decennio successivo, primo periodo d’oro del Barcelona, la società conta 12.000 soci e per questo motivo, nel 1922 la squadra si  trasferisce a Camp de Les Corts, in uno stadio che non solo  può ospitare 30.000 spettatori, ma che ha finalmente un campo di erba. Con la crescita sempre costante della società e l’aumento dei soci, negli anni si rende necessaria la costruzione di un nuovo impianto che sia compatibile con il rapido sviluppo urbanistico di Barcelona. Nel 1950 viene posta la prima pietra per la costruzione del Estadi del Futbol Club Barcelona nella zona di Les Corts.

I lavori iniziano nel 1954 e il nuovo impianto, che costa 288 milioni di pesetas, viene inaugurato nel 1957. Per l’occasione viene organizzata un’amichevole tra i blaugrana e il Legia Varsavia (4-2 per i padroni di casa). Nel 1980 l’impianto subisce una serie di lavori di ampliamento in vista dei mondiali di calcio del 1982: vengono inserite le logge VIP, una nuova sala stampa, nuovi tabelloni, viene edificato il terzo anello e la capienza totale viene ampliata ai 121.401 posti (tra posti a sedere e in piedi). 

Tra il 1993 e il 1994 lo stadio subisce un’altra importante opera di ristrutturazione con la rimozione del fossato di sicurezza che separava il campo dagli spalti e vengono progressivamente eliminati i posti in piedi, per fare spazio ai soli posti a sedere. Nel 1998 vengono apportate altre migliorie con la ristrutturazione della sala stampa, i box e la tribuna presidenziali.  Nel 2000, durante la presidenza di Joan Gaspart, viene indetto un referendum tra i soci del club e si decide di cambiare ufficialmente il nome dello stadio in Camp Nou . Nel 2007 e nel 2014 vengono presentati ulteriori progetti di ristrutturazione che entro il 2024 dovrebbero dare allo stadio una nuova immagine, in linea con l’identità di Barcelona e ispirata alle opere di Gaudi.

Ogni anno il Camp Nou richiama, da ogni parte del mondo, tifosi e appassionati che visitano il Museo proiettandosi letteralmente nel mondo Barça, partendo dall’esperienza 3D per dare l’idea, attraverso immagini di partite realmente disputate, di come ci si senta in campo. Le tappe successive portano i visitatori all’interno degli spogliatoi avversari e della Cappella del Barcelona, benedetta nel 1982 da Giovanni Paolo II. La vera scarica di adrenalina la da percorrere il tunnel che porta al campo di gioco per arrivare alle panchine ai lati del campo. Seguono poi la Sala Stampa, la zona mista, la tribuna presidenziale e la tribuna stampa. La visita si conclude allo Store del Barcelona dove è possibile acquistare prodotti ufficiali della squadra.

“Mes que un club” come filosofia di vita

Il Camp Nou è il cuore di quello che il Barcelona rappresenta per la città e per la Catalunya: i catalani sono un popolo fiero, ardente, con le loro tradizioni, la loro cultura e la loro lingua comunemente parlata e utilizzata persino nei documenti ufficiali della regione.  A Barcelona hanno una vera e propria adorazione per la loro squadra che ha sempre fieramente incarnato gli ideali della Catalunya stessa: basti pensare, per esempio, al fatto che da sempre il capitano del Barcelona è catalano.

“Mes Que Un Club”  (Trad: Più di un club), il motto della società coniato nel 1968, ben visibile anche sugli spalti del Camp Nou rappresenta tutto ciò, ma non solo. Storicamente, negli anni bui della dittatura Franchista, il Barcellona incarnava l’alternativa allo strapotere centrale del Real Madrid e del presidente Bernabeu (che aveva già combattuto al fianco di Franco). Nei 36 anni di dittatura era infatti proibito organizzare associazioni e sindacati, parlare catalano o basco ed esprimere idee politiche contrarie al governo, pena la prigione. In quegli anni il Futbol Club Barcelona era l’unica identità nel paese a funzionare democraticamente, con i soci che avevano il diritto (e il dovere) di eleggere Presidente e Giunta.

Direi che è stata una luce di speranza in anni di buio totale ed è anche per questo che la città vive per la sua squadra.

Altro elemento importante che contraddistingue il Barcelona è il suo status di Football Club e il fatto che, dalla nascita nel 1899 è rimasta una delle poche società in mano ai suoi soci che tutt’ora votano per eleggere il presidente. Il Barcelona infine non è solo calcio: la società è a tutti gli effetti una polisportiva con squadre che militano nei campionati professionistici di basket, hockey e pattinaggio, promuove lo sport femminile e possiede una Fondazione di beneficenza e ha una scuola calcio attraverso cui trasmette i suoi valori e la sua mission ai più giovani.

Barcellona-Real Madrid: fratelli coltelli

La rivalità tra Barcelona e Real Madrid ha radici profonde che vanno al di là del tifo sportivo. Così come le due squadre, anche le due città si considerano rivali e vivono da secoli come una qualsiasi coppia di separati in casa. Lo strappo ha le sue origini nel IX secolo quando le contee di Girona, Leida e Terragona si slegano dall’egemonia Aragonese-Castigliana, accorpandosi a Barcellona. Nasce la Cataluña, già all’epoca lontana geograficamente, politicamente e linguisticamente da Madrid. Quando sei secoli dopo nasce il Regno di Spagna, i catalani si dissociano dal concetto di unità nazionale e anzi, cercano di ostentare la loro appartenenza territoriale e la loro identità per riscattare le loro tradizioni troppo spesso oscurate dal governo Castigliano. Madrid cerca di calmare le acque e nel 1931 concede il bilinguismo territoriale a Barcellona e a tutta la Cataluña.

Con la guerra civile spagnola, l’ascesa al potere di Francisco Franco cancella l’autonomia della regione. Il Generale non riconosce infatti la regione e dichiara illegale il Catalano. La Cataluña torna ad essere regione autonoma  nel 1978, dopo la morte del dittatore, accettando di fatto la neonata costituzione che riconosce la Spagna come stato Sovrano ma dando autonomia alle regioni. Rivalità calcistica e politica viaggiano su due binari paralleli e si sono sempre scontrate nella storia dei due club: oltre alla già citata dittatura Franchista e al suo occhio di riguardo verso il Real agli anni ‘50, basta pensare alla questione riguardante l’acquisto di Alfredo Di Stéfano o quello di Figo, entrambi finiti fra le fila dei Blancos al termine di estenuanti trattative.

Calcisticamente parlando, Barcelona e Real Madrid si sono scontrate 277 volte (tra partite ufficiali e amichevoli); i Blaugrana hanno vinto 115 volte (con 483 reti) mentre i Blancos 101 (con 451 gol). Il miglior marcatore del Clasico è Lionel Messi, con 26 reti all’attivo. Ogni anno El Clasico richiama 650 milioni di spettatori collegati da oltre 180 paesi: un evento globale.

CURIOSITÁ SUL BARCELLONA
«Il nostro amico e compagno, il sig. Hans Gamper della selezione di Calcio della Sociedad de Deportes e antico campione svizzero, desideroso di organizzare partite (di calcio, ndt) a Barcelona, chiede a chi è appassionato dello sport di cui sopra, di mettersi in contatto con lui, passando dal suo ufficio il martedì e il venerdì sera dalle 9 alle 11».
Inizia così la storia del Futbol Club Barcelona, con un annuncio pubblicato dal giornale Los Deportes, il 22 ottobre 1899 al quale rispondono sei spagnoli, tre svizzeri, due inglesi e un tedesco. Il club nasce ufficialmente il 29 ottobre dello stesso anno e il nome scelto per la squadra è Football Club Barcelona, di ispirazione inglese e di respiro internazionale. 
I colori della squadra sono stati scelti da Hans Gamper: la leggenda narra infatti che egli scelse il Blaugrana sul modello del Basilea, il suo club precedente.
La storia del club è lunga e travagliata ma piena di trionfi. Il Palmares è tra i più ricchi del panorama calcistico mondiale:

• 5 Champions League (1991-92, 2005-06, 2008-09, 2010-11, 2014-15), 
• 3 Fifa World Cup (1957-58, 1959-60, 1965-66)
• 4 European’s Cup Winners’ Cup (1978-79, 1981-82, 1988-89, 1996-97)
• 3 Fairs Cup (1957-58, 1959-60, 1965-66)
• 5 Super Coppe Europee (1992-93, 1997-98, 2009-10, 2011-12, 2015-16)
• 2 Latin Cup (1948-49, 1951-52)
• 4 Pyrenees Cup (1909-10, 1910-11, 1911-12, 1912-13)
• 26 Campionati (1928-29, 1944-45, 1947-48, 1948-49, 1951-52, 1952-53, 1958-59, 1959-60, 1973-74, 1984-85, 1990-91, 1991-92, 1992-93, 1993-94, 1997-98, 1998-99, 2004-05, 2005-06, 2008-09, 2009-10, 2010-11, 2012-13, 2014-15, 2015-16, 2017-18, 2018-19)
• 30 Coppe del Re (1909-10, 1911-12, 1912-13, 1919-20, 1921-22, 1924-25, 1925-26, 1927-28, 1941-42, 1950-51, 1951-52, 1952-53, 1956-57, 1958-59, 1962-63, 1967-68, 1970-71, 1977-78, 1980-81, 1982-83, 1987-88, 1989-90, 1996-97, 1997-98, 2008-09, 2011-12, 2014-15, 2015-16, 2016-17, 2017-18)
• 13 Super Coppe Spagnole (1983-84, 1991-92, 1992-93, 1994-95, 1996-97, 2005-06, 2006-07, 2009-10, 2010-11, 2011-12, 2013-14, 2016-17, 2018-19)
• 2 Coppe Lega Spagnola (1982-83, 1985-86)
• 1 Coppa Mediterranea (1937)
• 1 Coppa Catalana (1937-38)
• 23 Campionati Catalani 1901-1902, 1902-03, 1904-05, 1908-09, 1909-10, 1910-11, 1912-13, 1915-16, 1918-19, 1919-20, 1920-21, 1921-22, 1923-24, 1924-25, 1925-26, 1926-27, 1927-28, 1929-30, 1930-31, 1931-32, 1934-35, 1935-36, 1937-38
• 2 Super Coppe Catalane (2014-15, 2017-18)
• 8 Coppe Catalane 1990-91, 1992-93, 1999-00, 2003-04, 2004-05, 2006-07, 2012-13, 2013-14 
• 3 Coppe Eva Duarte (1948-49, 1951-52, 1952-53)
Il Barcellona è una polisportiva che ha raccolto trionfi non solo nel calcio ma anche nell’hockey, e nel basket, nella pallamano e nel calcio femminile.
Culers” ovvero “Culi”: è questo il soprannome dei tifosi del Barça, coniato dopo il 1910, quando la squadra giocava in un campo di Calle de l’Industria. Dalla strada si vedeva il pubblico di spalle, gli spettatori erano seduti su alti spalti di legno e l’impressione che i aveva era quella di vedere un muro umano di sederi. Per questa ragione i tifosi del Barcelona sono sempre stati ribattezzati così.

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