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L’Apache raccontato da Matteo Musso in Carlito’s Way, edizioni Ultra

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Ovunque abbia giocato, ha vinto, da protagonista. È la cifra di vincente, il codice identificativo di Carlitos Tevez. Se l’Apache è il soprannome più noto, l’appellativo di trascinatore è sicuramente però il più appropriato a definire la dimensione in cui si è calato l’argentino sin dal suo arrivo in bianconero.
 
A Tevez, alla sua avventura umana e sportiva, ha dedicato un bel libro Matteo Musso che in – Carlito’s Way, edizioni Ultra -, ripercorre i travagliati ed indelebili capitoli che hanno visto l’asso argentino spiccare il volo da Fuerte Apache, un barrio dell’estrema periferia di Buenos Aires, ai grandi club del calcio mondiale. Una parabola che ha trovato il suo nuovo palcoscenico nel calcio italiano, alla corte della Signora, dove Carlitos sta mostrando il suo immenso bagaglio fatto di grande tecnica e prestazioni di alta qualità. 

Ma è il punto di partenza di questa straordinaria storia che l’autore indaga, il retroterra che aiuta a comprendere fino in fondo la grinta e la voglia di lottare su ogni pallone che Tevez dispensa in ogni partita e su ogni campo. Il carattere indomito dell’Apache si forgia nei barrios argentini, quartieri poverissimi dove nessuno vorrebbe trascorrere neppure cinque minuti, dove droga, miseria e delinquenza sono gli avversari quotidiani da affrontare, una scuola di vita che non puoi dimenticare. Questo fa di Tevez il ‘jugador del pueblo’, più di Messi e degli altri giocatori argentini. Uno che non ha mai rinnegato le sue origini e che esulta dopo i goal mostrando i nomi dei quartieri poveri dell’Argentina.
Il campionissimo di Fuerte Apache, dopo aver indossato nel Boca la maglia numero 10 appartenuta a Maradona, ha raccolto nel migliore dei modi un’altra pesantissima eredità, quella lasciata in bianconero da Alex Del Piero. Carlitos ha ribadito il feeling speciale che da sempre lega gli argentini alla Juventus e confermato le sue doti di autentico crack – come sono definiti in Sudamerica i fuoriclasse – sciorinando oltre a grinta, classe e generosità, un repertorio ampio e completo. La ciliegina sulla torta è stata la perla su punizione con cui ha portato in vantaggio la Juventus all’Olimpico contro la Roma nell’attuale campionato, un numero che colloca l’argentino nell’Olimpo degli specialisti bianconeri in prodezze balistiche. Complice l’assenza del “titolare e maestro” in materia, Andrea Pirlo, specialista in ‘maledette’, l’Apache ha potuto mostrare anche in bianconero quanto aveva già offerto ai tifosi delle sue precedenti squadre. La punizione alla Platini, alla Baggio, alla Del Piero e alla Pirlo ha ora quindi in Tevez l’ennesimo interprete di eccellenza.
Alcuni osservatori avevano espresso perplessità sul suo acquisto, principalmente per un carattere un po’ spigoloso che lo aveva portato, in precedenza, a qualche screzio con gli allenatori dei club in cui aveva militato. Dubbi presto fugati dalle prestazioni espresse sul campo che hanno ribadito in modo chiaro e con forza come Tevez sia un autentico top player, l’unico al momento presente in serie A.

di Alessandro Sartore

 

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