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La mia vita nel tennis di Pete Sampras e Peter Bodo

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La loro rivalità ha segnato una pagina importante della storia del tennis. Stiamo parlando di Sampras e Agassi, i due fenomeni degli anni ’90 che si sono dati battaglia su ogni superficie incrociando la racchetta per ben 34 volte, sempre all’insegna dello spettacolo.
Un confronto che, come ammette lo stesso Sampras, lo portava ad esprimere le migliori prestazioni. “Solo quando gioco contro Andre riesco a raggiungere il massimo, perché tira fuori il meglio del mio tennis”.
La loro è la storia di un dualismo di gioco e di stile che ha trovato nuova linfa con la pubblicazione delle reciproche biografie.

Il primo punto lo ha messo a segno l’eccentrico Agassi che con “Open” ha svelato al mondo l’odio verso lo sport che lo ha reso famoso, strappandogli la gioventù. Un memoir che ha fatto scalpore non solo nell’ambiente del tennis.
La risposta altrettanto esplosiva ed efficace non si è fatta attendere. Edizioni Mare Verticale ha infatti portato in Italia quello che negli Usa, con oltre 200 mila copie vendute, è un bestseller: “Pete Sempras la mia vita nel tennis”.

Schivo e sicuramente meno mediatico del rivale, l’ex numero 1 di origini greche, con l’aiuto dell’amico e giornalista Peter Bodo, ha messo a nudo se stesso svelando quello che, invece per lui, è stato il suo grande amore, il tennis.

La vita di Pistol Pete, a differenza di quella del ‘Kid di Las Vegas’ è stata totalmente e devotamente dedicata al tennis e alla conquista del maggior numero possibile di major di cui, prima dell’arrivo di Federer, è stato il padrone incontrastato, specialmente sulle superfici veloci, Wimbledon su tutte.
Sampras ripercorre tutte le tappe della sua carriera, i successi, gli avversari, i momenti felici e quelli difficili come la scomparsa del suo primo grande coach, Tim Gullikson.
Una carriera ai vertici per ben sei anni consecutivi, figlia di allenamento, dieta controllatissima e una vita pressoché esemplare, da vero atleta.
“I grandi tennisti – spiega Sampras – vincono quasi sempre i titoli più importanti semplicemente perché la loro prestazione è di qualità superiore, hanno dei colpi base impeccabili, hanno il cuore e la mente più forti e trovano il modo di vincere.
Questa la ricetta che lo ha portato ad inanellare 14 tornei del Grande Slam. Il suo unico neo è stato Parigi, il Roland Garros. Ha conquistato la sua ultima vittoria contro il rivale di sempre laddove aveva cominciato, agli US Open. Ha chiuso da campione, al momento giusto, per dedicare il ‘secondo set’ della sua vita alla famiglia.
di Alessandro Sartore

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