Il ritorno alla vita significa per ÄŒestmÃr il raggiungimento dei suoi sogni. Lo Slavia lo accoglie tra le sue fila e lui mostra di che pasta è fatto. Così lo descrive Bedeschi: ‘Giocatore di classe, aveva un carattere forte, trascinatore, da leader. Assomigliava come tipo di gioco a Giovanni Ferrari: aveva un’ottima tecnica, un eccellente controllo di palla e una buona visione di gioco e la capacità di valutare le situazioni tattiche per comportarsi di conseguenza. Quando si avvicinava all’area di rigore diventava molto pericoloso per gli avversari perché era dotato di un tiro molto potente e preciso’. Conclusa la carriera di calciatore, si rimette in gioco come allenatore, confermando tutte le sue qualità . Dopo esserci stato da atleta nel ’46, torna alla Juventus da ‘mister’ nelle stagioni ’71-’72 e ’72-’73. Sotto la sua guida i bianconeri conquistano due scudetti consecutivi. Il primo dopo un testa a testa con il Torino di Giagnoni, il secondo dopo una clamorosa rimonta sul Milan che a sei giornate dalla fine aveva cinque punti di vantaggio.