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2006 Quarti: Brasile-Francia 0-1

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Immagine di copertina. Zidane balla tra i brasiliani: prestazione superba del 10 francese

Il Mondiale 2006 perde nel giro di due giorni le due superfavorite della vigilia: dopo l’eliminazione dell’Argentina ai rigori contro la Germania ospitante, è la volta del Brasile, che proprio come nella finale del ’98 cade sotto i colpi di una Francia sorniona ed ispirata in ogni reparto. Superlativa la prova di Zidane, Re Sole di una squadra estremamente compatta ma anche ricca di classe, in continuo crescendo nel corso del torneo. Tra i brasiliani, privi di gioco e condizione fisica, steccano praticamente tutti, Ronaldinho e Kakà in primis, e l’addio alla Nazionale di tre totem come Ronaldo, Roberto Carlos e Cafu segna la definitiva chiusura di un’era ricca di trionfi.

Brasile: Dida – Cafu (31′ st Cicinho), Lucio, Juan, Roberto Carlos – Zé Roberto, Gilberto Silva – Juninho (18′ st Adriano), Kakà (34′ st Robinho), Ronaldinho – Ronaldo.

Francia: Barthez – Sagnol, Thuram, Gallas, Abidal – Makélélé, Vieira – Ribéry (32′ st Govou), Zidane, Malouda (36′ st Wiltord) – Henry (41′ st Saha).

Il gol di Henry

Primo tempo

5′ il Brasile approccia al meglio la gara, guadagnandosi un calcio di punizione interessante sul centro-sinistra. Sul traversone di Juninho spunta Juan, tutto solo in area di rigore, che prova a infilare Barthez di tacco al volo, alzando però il pallone sopra la traversa. Il difensore del Bayer Leverkusen era in offside, ma la sua giocata lascia intuire una certa spocchia da parte dei verdeoro.
11′ altra occasione su palla inattiva per la Seleção: il gioco aereo tuttavia non è mai stato il piatto forte di Ronaldo, che impatta male il pallone scodellato in mezzo da Ronaldinho.
17′ il primo intervento vero e proprio di Dida è su un cross sballato ma potenzialmente insidioso di Sagnol, liberato sulla destra da Zidane.
28′ su un traversone scomodo di Malouda, Roberto Carlos è costretto a mettere affannosamente il pallone in angolo; guidata da uno Zidane in grande spolvero, la Francia continua a guadagnare metri.
38′ partita giocata a ritmi bassi, in cui le occasioni migliori arrivano sui calci da fermo: neanche l’incornata di testa di Malouda riesce però a sbloccare il punteggio.
41′ è sulla fascia sinistra che la Francia tende a sviluppare le manovre più interessanti: servito spalle alla porta da Abidal, Malouda riesce a girarsi in un fazzoletto facendo secco Lucio, e solo l’intervento provvidenziale di Juan impedisce a Ribéry di avventarsi sul servizio a pelo d’erba dell’esterno del Lione.
45′ quando Zidane si accende, il tempo sembra fermarsi: il capitano della Francia parte in contropiede saltando Cafu e Gilberto Silva a centrocampo, e premia l’inserimento centrale di Vieira, che ha un’autostrada davanti a sè. Per fermare il molosso juventino, Juan è costretto a stenderlo senza pietà, beccandosi l’ammonizione che lo estrometterebbe da un’eventuale semifinale.

Secondo tempo

1′ l’intervallo non sembra aver chiarito le idee al Brasile, che rischia grosso sul colpo di testa mandato di poco a lato da Vieira su cross di un ispiratissimo Zizou.
8′ la Francia è totalmente padrona del campo, e sfiora nuovamente il vantaggio: ancora Juan, in scivolata, anticipa Vieira, smarcato in piena area da un geniale colpo di tacco di Henry.
9′ la difesa del Brasile sale bene su una punizione di Malouda, lasciando in fuorigioco Vieira, Gallas e Henry, con quest’ultimo che infilza inutilmente Dida; poco male, avrà modo di rifarsi molto rapidamente.
12′ GOL FRANCIA Altra punizione per i francesi, questa volta sulla fascia sinistra: il destro di Zidane sul secondo palo pesca un Henry lasciato clamorosamente solo nell’area piccola, che non ha alcuna difficoltà a impattare col piattone e a portare in avanti i Bleus. L’atteggiamento della difesa del Brasile, che porta appena 3 uomini a duello con i 5 della Francia, è sinceramente sconcertante: l’immagine di Roberto Carlos, rimasto immobile a guardare l’inserimento di Henry, fa rapidamente il giro del mondo.
16′ i campioni del mondo in carica sono ormai completamente in bambola, e la Francia prova ad approfittarne: Ribéry tiene in vita un lancio lungo di Abidal, nasconde il pallone a Lucio per poi sverniciarlo nei pressi della linea di fondo, e il suo cross rasoterra per poco non viene tramutato in autogol da un goffo intervento del solito Juan.
25′ il piano della Francia è ormai chiaro: abbassare il baricentro e ripartire vertiginosamente in contropiede sfruttando la grande lucidità di Henry, lasciato a sbrigarsela da solo contro la difesa sudamericana. Titì è impeccabile nel servire Ribéry, arrivato a chiudere l’azione dopo 50 metri di corsa, ma un ottima lettura di Dida tiene in piedi il Brasile.
36′ nella fase finale della gara il possesso palla è ad appannaggio quasi esclusivo dei brasiliani, che con l’ingresso di Robinho per un anonimo Kakà aggiungono più verve al reparto offensivo; è proprio il giovane numero 10 del Real Madrid, servito da una sponda aerea di Ronaldinho, a sprecare una buona occasione, sparando a lato un sinistro sbilenco.
40′ buon break di Zé Roberto, tra i pochissimi nel Brasile a tentare di salvare il salvabile, che libera al tiro Ronaldo smarcatosi sulla trequarti; il mancino ciabattato dell’ormai ex Fenomeno la dice lunga sulla prestazione offerta dalle stelle verdeoro.
42′ in assenza di idee, il Brasile cerca disperatamente il pareggio che varrebbe i supplementari; raccogliendo una respinta di Barthez su calcio d’angolo, Lucio sfiora il colpaccio con un destro al volo.
44′ sussulto d’orgoglio di Ronaldo, che sguscia tra Makélélé e Thuram guadagnandosi una punizione da posizione ghiottissima; il destro di Ronaldinho sprizza veleno da tutti i pori, e lascia di sasso Barthez, ma sorvola la traversa di pochi millimetri.
45′ la Francia ha l’occasione perfetta per chiudere la faccenda, con l’ennesimo contropiede orchestrato da Zidane e mal rifinito dal subentrato Saha; sul ribaltamento di fronte ci prova ancora Ronaldo, ben disinnescato da Barthez.
46′ l’azione prosegue, e per poco non viene finalizzata da Zé Roberto, che prova ad arrivare in spaccata su un cross tesissimo di Cicinho; per il Brasile, l’obiettivo dichiarato di vincere il secondo Mondiale consecutivo si spegne oltre la linea di fondo.

Gli highlights dell’incontro

LE PAGELLE BRASILE

IL MIGLIORE JUAN 6,5: se il punteggio racconta di una sconfitta di misura del Brasile, la verità è ben diversa; i pentacampioni infatti vengono risparmiati da un passivo ben più pesante grazie ai ripetuti salvataggi del centrale del Bayer Leverkusen, che in questo Mondiale si conferma difensore di valore assoluto. Nonostante gli ultra-offensivi verdeoro siano disposti in campo senza un minimo di raziocinio, esponendo la propria retroguardia a un’infinità di spifferi, Juan mantiene ugualmente la lucidità necessaria in una contesa di così alto livello.
Robinho 6: in appena 11 minuti (più recupero) avuti a disposizione mostra una condizione atletica più frizzante di tutti gli altri attaccanti del Brasile messi insieme, oltre alla consueta sfacciataggine tecnica che da sempre lo contraddistingue. Tra le critiche più feroci rivolte verso Parreira c’è indubbiamente la pessima gestione del minutaggio di Robinho, partito titolare solo nella platonica gara contro il Giappone ai gironi.
Ronaldo 5: incredibile ma vero, nonostante tutto il ben di Dio a disposizione sulla propria trequarti, il Brasile non riesce praticamente mai ad armare il proprio terminale offensivo. Quest’ultimo però si muove davvero poco per farsi servire, tant’è che le sue uniche giocate da segnalare arrivano soltanto nell’assalto finale degli ultimi 5 minuti. Dell’extraterrestre di fine anni ’90 è ormai rimasto soltanto il nome.
Ronaldinho 4,5: il suo Mondiale è lo specchio dello scialbo percorso del Brasile: arrivato in Germania con lo status indiscusso di miglior giocatore del pianeta, Dinho chiude il torneo senza mai andare a segno, e soprattutto senza aver tirato fuori dal cilindro neanche un lampo degno della sua fama. Lo scontro a distanza con Zidane è veramente impietoso a favore del francese.
Cafu – Roberto Carlos 4,5: il passare del tempo si manifesta in maniera davvero impietosa per Cafu (36 anni) e Roberto Carlos (33), giunti entrambi all’ultimo grande appuntamento in Nazionale con le pile ormai scariche. Il capitano commette numerosi errori di misura, e tra i guizzi di Malouda e Henry fatica a presidiare la propria fascia di competenza. Meno traballante Roberto Carlos, il cui contributo in fase offensiva è però praticamente nullo, e su cui pesa come un macigno la mancata marcatura di Henry in occasione del gol.

LE PAGELLE FRANCIA

IL MIGLIORE ZIDANE 8,5: in tempi recenti si è iniziato a parlare in maniera quasi ossessiva “aura” nel mondo del calcio e dello sport in generale, come se alcuni atleti fossero effettivamente avvolti da un alone magico e impercettibile, capace di guidarne le prestazioni. Ebbene, le giocate di Zidane contro il Brasile costituiscono uno dei migliori esempi possibili in materia. Zizou, che ha già annunciato il ritiro al termine della competizione, tocca ogni pallone come se fosse l’ultimo, mettendo in scena un vero e proprio recital di Zidanismo allo stato puro: sombreri, ruletas, doppi passi, pause, gestione dei tempi, aperture col goniometro, e tanto sacrificio. Paradossalmente la giocata più “banale”, se ce n’è una, è proprio l’assist su punizione per la rete decisiva. Il pubblico di Francoforte si gode una prestazione semplicemente epocale.
Henry 7: in partite di questo calibro, anche le stelle devono sapersi rimboccare le maniche e accettare di toccare meno palloni del solito, a patto di tramutarli in oro. Henry veste dunque alla perfezione i panni di Re Mida, siglando il più importante dei suoi 51 gol in Nazionale, e offrendo un contributo preziosissimo nel far salire la Francia, allungando al contempo la difesa del Brasile. Nel secondo tempo in particolare, con le due ali ad agire da veri e propri centrocampisti, fa letteralmente reparto da solo.
Vieira 7: prestazione da autentico califfo del centrocampo, è il più in forma della formazione transalpina insieme a Zidane, e pur non andando a segno come nelle partite precedenti contro Togo e Spagna, fa valere tutto il proprio magistero. In coppia con Makélélé (6,5) forma una cerniera di titanio, e i suoi inserimenti creano più di un grattacapo alla traballante difesa brasiliana.
Abidal 7: a quasi 27 anni è il primo grande torneo con la Francia per un giocatore arrivato un po’ tardi ai massimi livelli, ma con la maturità temperamentale di un senatore. Il Brasile sovraccarica le zone centrali proprio per evitare di transitare dalle zolle battute da lui e Sagnol (6,5), non rendendosi praticamente pericoloso negli 1 vs 1 sulle fasce. Dal canto suo, Abidal si muove bene anche nella metà campo avversaria, dando una discreta mano a Malouda sull’out di sinistra.
Ribéry 6,5: entrato nel giro della Nazionale nell’immediata vigilia del Mondiale, questo contro il Brasile è appena l’8° match che disputa con la maglia dei Bleus, e fa presagire ciò che i tifosi del Bayern Monaco avrebbero avuto modo di godersi nel decennio successivo. Domenech lo schiera sulla fascia destra, dove Ribéry può sprigionare la sua incoscienza giovanile, unita a una maturità non da poco per un ventitreenne. Dopo il trampolino di lancio di Germania 2006, è ormai destinato a diventare uno dei volti nuovi del calcio mondiale.

Tutti i tocchi di Zidane nella sfida contro il Brasile

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